La geologia del bacino del fiume Magra, ampio circa 1964 Kmq, è molto complessa.

Per comprendere la varietà di rocce attraversate dai corsi del Vara e della Magra si può osservare il diverso aspetto dei ciottoli trasportati dalla corrente del fiume e depositati sulle sponde fluviali. Si scoprono così le arenarie, composte da piccoli granuli sabbia cementati assieme e che costituiscono gli alti rilievi del M. Gottero e del M. Civolaro, le serpentine, rocce metamorfiche di colore verde scuro, molto diffuse nella Riviera Ligure di Levante ed anche nella Val di Vara ed inoltre i rossi diaspri, i calcari, le marne e così via.

Una sintetica descrizione della geologia del bacino:

per quanto riguarda il Promontorio del Caprione, dal punto di vista geologico è molto interessante la parte meridionale della falesia dove affiorano rocce assai diverse tra loro, che recano i segni delle complesse deformazioni subite. Prevalenti rocce scure derivate dal metamorfismo più o meno marcato di argilliti, arenarie e conglomerati, intercalate da un evidente lente di candide rocce calcaree. Da esse prende il nome Punta Bianca, estrema propaggine del promontorio dove veniva estratto, in epoca romana,il materiale decorativo per gli edifici pubblici della vicina città di Luni.
Nei pressi di Punta Bianca affiorano le rocce più antiche della provincia della Spezia (450-350 milioni di anni fa), formate da antiche argille che hanno subito, nel tempo, un processo metamorfico.

Infine nel promontorio orientale della Spezia l’impronta al paesaggio è data soprattutto dal fenomeno carsico. Il carsismo si manifesta soprattutto nelle formazioni del calcare massiccio dolomitico, nel portoro e nel calcare a Rhaetavicula contorta della Falda toscana. Nell’area Parco sono osservabili molte forme carsiche: la dolina di Cava dei M. Branzi, di Rocchetta, di M. Gruzza, di Montemarcello, la doppia dolina tra Campo di Già e Campo Nuovo; l’uvala di Campo di Già; il campo solcato di Costa Pernisaro, il campo carreggiato a Sud di Pian della Chiesa.

 

L’area vasta del Parco di Montemarcello Magra Vara può contare diversi geositi, cioè elementi fisici del territorio o singolarità del paesaggio espressione dei processi che hanno formato e modellato il nostro Pianeta e, quindi, in grado di dare un indispensabile contributo alla comprensione della storia geologica di una certa zona o regione.

Nell’Inventario Nazionale dei Geositi italiani, curato da ISPRA, sono 6 i geositi divulgabili presenti nei comuni del Parco (Ameglia e Lerici), ma il censimento presentato nell’ “Atlante dei geositi della Liguria. Guida alla lettura del paesaggio geomorfologico ligure” di Gerardo Brancucci, Guido Paliaga (Grafiche Amadeo -2008) ne elenca ben 18 di cui 3 di interesse regionale e 15 locale.

I due geositi ritenuti più rappresentativi del nostro Parco sono il Graben della Val di Vara e Punta Bianca.